sabato 8 agosto 2015

Semi di saggezza - I parte



I semi di saggezza – prima parte


Parlando di Alberi, i Semi di saggezza vogliono rappresentare dei piccoli spunti di riflessione proposti dai diversi relatori sulla genitorialità. Parlando del tema loro assegnato ogni relatore ha dato qualche utile consiglio che noi abbiamo sintetizzato con un fumetto, per rendere il messaggio più immediato, coinciso ed efficace. Dietro queste frasi, talvolta provocatorie, vogliamo dare delle chiavi di lettura della realtà dei genitori di oggi, e uno stimolo per riflettere sul proprio stile  genitoriale.
Di seguito i relatori che hanno arricchito la prima fase dell’albero delle relazioni, le loro “frasi ad effetto” e una breve spiagazione

Adriana Cantisani

“Il mio lavoro più difficile: fare la mamma”

Questa frase sottolinea un aspetto che ogni genitore dovrebbe ricordare: essere genitore è difficile PER TUTTI. Nessuno, nemmeno i più esperti, possono ritenersi, a ragione, genitori perfetti. Non esistono genitori senza dubbi, ansie, timori, paura di aver fatto la scelta sbagliata. L’essere genitori comporta grandi responsabilità, grandi fatiche (fisiche e mentali), compensate però dall’amore che si nutre e si riceve dai propri figli, dai momenti trascorsi con loro.

“Non vedo l’ora che mio figlio esca di casa”

Non per liberarsene, ma per vedere che adulto è diventato, per capire come se la sa cavare, per vedere come affronta le sfide quotidiane, come tratta gli altri. Il nostro compito come genitori è quello di traghettare i figli verso l’età adulta. Molto spesso ci dimentichiamo di questo e consideriamo solo i benefici a breve termine: non dovremmo mai perdere di vista l’obiettivo a lungo termine: sostenere la crescita di individui capaci, rispettosi, abili, impegnati, ecc.

“Basta dire: Bravo!”

Spesso ci perdiamo in discorsi lunghissimi per sottolineare un errore, una mancanza, un problema di nostro figlio, mentre quando fa qualcosa di giusto siamo in grado di dire solo “Bravo!”: in questo modo sembriamo attenti solo al negativo, mentre svalutiamo quello che riesce bene. Inoltre l’uso incondizionato del “bravo” (se dorme, se studia, se mangia, se sta in silenzio, se attraversa sulle strisce…) non aiuta i bambini a capire quale è stato il loro impegno, quale regola hanno rispettato, quale comportamento è il più adeguato, ma dà un giudizio globale sulla persona che può diventare controproducente (“se una notte non riesco a dormire non sono più bravo?”, “sono cattivo se ho poca fame?”…).

Alessia Franch

“Non comperiamo più la Nutella”

Per paura delle reazioni negative dei nostri figli di fronte a un nostro “No!” o a un nostro “Basta!”, eliminiamo la fonte del contendere (ad esempio la Nutella, che rappresenta ogni esperienza positiva e piacevole che deve però essere regolata): rischiamo quindi, per paura di non entrare in conflitto o di non dover porre regole, di limitare le esperienze positive dei bambini, di impoverire la loro esistenza.

“La soluzione ai vostri problemi: uno specchio”

Ribadendo il fatto che ogni genitori affronta problemi e difficoltà, la soluzione migliore è guardarsi dentro, credere in se stessi, ricercare in sé la soluzione. Dobbiamo comprendere che non esistono soluzioni buone per tutti, ricette per la genitorialità: esistono consigli, suggerimenti che però devono sottostare ai valori, alle credenze di ognuno. Nessuno meglio di noi conosce nostro figlio o la nostra famiglia, quindi recuperiamo un po’ di fiducia in noi stessi e la soluzione ai problemi sarà a portata di mano.

Serve una comunità che educa

I genitori sono importanti, nessuno lo nega, ma è importante che anche altri si prendano carico dell’educazione dei ragazzi. La scuola, i gruppi sportivi o ricreativi, le piazze, gli oratori, ecc. sono luoghi dove i ragazzi trovano dei modelli di comportamento, e delle figure adulte che svolgono il ruolo di educatori (insegnanti, allenatori, istruttori, volontari, cittadini) e che hanno delle responsabilità nei confronti dei più giovani.

Giuliana Franchini

“Raccontiamoci e parliamo la stessa lingua”

E’ importante che i genitori parlino di sé ai figli, di come erano, di come sono, di come vorrebbero essere. Raccontare aneddoti rilevanti della propria vita passata, errori e conquiste, delusioni e soddisfazioni, momenti importanti, gusti e preferenze, sogni ed aspirazioni permette di aprire le porte al confronto ed alla comunicazione. Spesso ci lamentiamo che i nostri figli non ci parlano e non ci raccontano nulla, ma noi parliamo loro, ci raccontiamo? Altro modo per aprire la comunicazione è “parlare la stessa lingua”, interessarsi a loro: che libri leggono, che riviste guardano, che programmi TV o radio seguono, che musica ascoltano? Provare ad entrare nel mondo dei figli permette di dare ai genitori migliaia di spunti per parlare, confrontarsi, scambiarsi idee.

“Che forma ha la tua paura? Che faccia ha?”

Spesso di fronte alle paure (e alle emozioni in generale) noi tendiamo a cancellarle (“Non aver paura! Non arrabbiarti così! Non essere triste!”): E’ importante invece permettere l’emozione (è normale provare paura, rabbia e tristezza). E’ importante aiutare i bambini nella gestione dell’emozione. Un primo aiuto è parlarne, concretizzarla, così che non sia più quella cosa sconosciuta ma qualcosa che posso raccontare (anche in modo buffo).

“Concimiamo l’umorismo”

Coltiviamolo, concimiamolo, facciamolo crescere e aiutamolo a diffondersi nelle nostre vite. L’umorismo, il saper sdrammatizzare, l’abilità di alleggerire l’aria pesante è un forte alleato alla genitorialità e dà respiro quando le pressioni aumentano. Saper trovare il lato ironico della vita premette di affrontare tutto con più energia: anche l’essere genitori.
Questi aspetti sono stati scelti tra le molte cose dette dalle tre autrici e sono state presentate all’avvio del laboratorio sulle emozioni. Un genitore ha voluto aggiungere un’altra frase a Franchini

“Ma sai che sei proprio come ti volevo? (O anche meglio)?!”

Questa è una frase che non dovrebbe mai mancare sulla bocca del genitore. Riconoscere che il proprio bambino è importante e dargli modo di capire che è il vostro bambino ideale e voluto rafforza l’autostima dei più piccoli ma anche di quelli più grandi, che più spesso nell’arco della giornata subiscono giudizi negativi. Sottolineare gli aspetti positivi in loro è una coccola che mai dovrebbe mancare.