mercoledì 25 marzo 2015

serata sui disturbi specifici dell'apprendimento

Vi invitiamo alla serata: 

Dislessia e DSA: quando imparare sembra difficile – Relatrice M. VENDER – Linguista, Ricercatrice università di Verona – Fondo – auditorium scuola secondaria IC Fondo – 10 aprile - ore 20-30

La scuola costituisce una tappa fondamentale per la vita di ogni bambino, un cammino che arricchisce di conoscenze ed esperienze accompagnando ognuno verso il proprio futuro.
Può capitare che questo percorso, che dovrebbe essere gioioso e soddisfacente per tutti, venga vissuto come faticoso e frustrante da alcuni bambini e ragazzi che soffrono di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia).
Imparare a leggere, scrivere e fare di conto diventa spesso per questi scolari un’attività faticosa e vissuta in modo negativo, anche per il confronto con i compagni che ottengono con serenità buoni risultati e per le relazioni con insegnanti e genitori, che non riescono a spiegarsi le difficoltà di bambini altrimenti svegli e intelligenti, rischiando di interpretare i loro problemi come pigrizia o scarso impegno.
Nel corso della serata verranno presentate le principali caratteristiche di questi disturbi, verrà illustrato quanto previsto dalla normativa in vigore in termini di strumenti compensativi e dispensativi e verranno dati suggerimenti pratici su come operare, ricordando che intervenire il prima possibile è fondamentale, sia per ottenere risultati migliori, che per salvaguardare l’autostima del bambino e il suo amore per la scuola.


giovedì 19 marzo 2015

serata sui padri



Giuseppe Maiolo, noto psicologo e psicoterapeuta (vedi pagina dei relatori) presenterà la serata dedicata ai papà.
Come in ogni sua edizione, l’Albero delle relazioni dedica una serata alla paternità. La figura paterna ha un ruolo rilevante nella vita e nell'educazione dei figli, e il suo agire ha un impatto forte e prezioso sul benessere della famiglia. Per questo all'interno di questo progetto, rivolto a educatori e genitori, non poteva mancare una serata dedicata ai papà.
Il padre di oggi è profondamente diverso da quello di solo 20 anni fa. Ovvero è cambiato il suo modo di partecipare alla relazione con i figli e si è trasformato il suo atteggiamento educativo. Dal padre "corazzato" si è passati al padre tenero e affettivo, che non fugge davanti alle coccole e ai pannolini, anzi si alterna nel ruolo di accudimento alla madre. Tuttavia sembra essersi sbiadita come figura autorevole e soprattutto, durante l'adolescenza, appare meno forte la sua funzione normativa e di orientamento. La riflessione della serata riguarderà la necessità e l'urgenza di trovare una nuova dimensione per la figura paterna, una rinnovata presenza maschile che sappia coniugare, senza particolare conflitto, dolcezza e fermezza, sicurezza e pazienza.

giovedì 12 marzo 2015

tavolo di lavoro

Vogliamo costruire un Tavolo di Lavoro dei Genitori, che diventi una realtà stabile nella nostra Comunità e un promotore di iniziative per una scelta educativa mirata. 
Cerchiamo genitori per condividere idee, pensieri, proposte...
Per partecipare scrivere a alberodellerelazioni@gmail.com
Il tuo contributo potrà aiutarci a rendere la valle di Non un luogo ancora più attento ai bisogni delle famiglie

mercoledì 4 marzo 2015

Riassunto Serata sulle Emozioni

Brrr che paura! Le insicurezze dei bambini, le ansie dei genitori

Mercoledì 25 gennaio si è svolta a Cagnò un’interessante serata, introduttiva al tema delle emozioni, con come tema centrale quello della paura. La psicoterapeuta, Giuliana Franchini, con trentennale esperienza a fianco di bambini e genitori, ha affrontato con maestria il tema delle insicurezze partendo dalla visione di alcuni spezzoni di film (es. Mi chiamo Sam), di alcune filastrocche (“Nella notte scura scura, i bambini han paura, han paura dei rumori, e i fantasmi saltan fuori…”) e dipinti (“L’urlo” di Munch), ma soprattutto attraverso testi e disegni dei bambini che ha incontrato nel suo lavoro. Ha introdotto il tema della paura, da intendersi come un’emozione, un meccanismo di autoprotezione, una reazione fisiologica ma anche una risposta patologica.
E’ normale che i bambini siano insicuri, fa parte della crescita, dell’affrontare le cose nuove… La paura è una reazione psicofisica in presenza di un oggetto come risposta d’allarme, e per questo è funzionale, “sana”.
Diventa problematica quando diventa Terrore (reazione esagerata ad una inequivocabile minaccia), Ansia (reazione generalizzata di paura anche senza la presenza dell’oggetto che fa paura) e Fobia (reazione che riguarda soprattutto gli adulti irrazionale,  paradossale, e persistente di paura con oggetti o situazioni anche non oggettivamente pericolose).
La dottoressa Franchini ha poi proposto una carrellata delle possibili paure:
  • Le  paure innate, che si manifestano nei primi mesi di vita e sono una reazione a suoni acuti e improvvisi; lampi, luci violente; oggetti che si avvicinano rapidamente; cambiamenti improvvisi e inaspettati; perdita dell’ appoggio; stimoli dolorosi.
  •  Le paure evolutive, che si sviluppano a 20-30 mesi e a 6-7 anni, soprattutto nei confronti di bambini estranei, temuti in quanto imprevedibili (mordono, spingono, non rispondono, sottraggono i giocattoli) 
  • Le  paure reali, collegate ad eventi concreti ad esempio le esperienze nuove: situazioni esterne al bambino, gli eventi naturali (temporali, tuoni, vento tipiche tra i 4 e i7 anni); gli animali (molto presenti tra i 2 e i 4 anni ma anche tra i 9 e gli 11 anni), gli ambienti particolari (es. Ospedali e dottori)
  • Le paure irreali (immagini interne scatenate dai nostri pensieri) es. Fantasmi, streghe, draghi e mostri.
  • Le paure antiche (Buio, Malattia, sangue, Integrità corpo, Morte, Non essere amati, Distacco- separazione, Perdita)
  • Le nuove paure (Guerra, bombe, Perdita casa, Povertà, Incidenti stradali, Extracomunitari, zingari, Uomini che rapiscono, pedofili, Incapacità, fallimento, derisione, Scuola)

Le nuove paure sono state studiate anche da una ricerca romana su 1500 alunni di scuola elementare hanno sottolineato come siano preponderanti le paure per:
  1. Notte
  2. Tv
  3. Scuola
  4. Essere abbandonati per separazione genitori, soprattutto perché si sentono responsabili della separazione, i più piccoli si sentono sempre in colpa
  5. Non essere altezza aspettative dei genitori, essere consapevoli di non essere i figli che i genitori volevano
  6. Non essere belli.

Le paure sono un’esperienza, normale, “sana” e non preoccupante quando sono passeggere, mutevoli e gestibili.
Bisogna invece preoccuparsi quando:
  1. -          Sono paure che terrorizzano: Il bambino si agita anche solo all'idea di dover affrontare la situazione a rischio. Dà la sensazione di sentirsi come annientato dal pericolo.
  2. -          Sono paure arrivate a seguito di traumi: Si manifestano sempre e solo in una situazione specifica che il bambino associa a un'esperienza negativa (ad esempio un luogo chiuso dopo essere rimasto bloccato in ascensore). Se dopo un trauma, una morte, un problema emerge una paura, l’evento non è stato metabolizzato;
  3. -          Sono invadenti: Condizionano la vita del bambino e quella dei genitori, impedendo alcune attività fondamentali.
  4. -          Sono permanenti: Queste paure non si modificano nel tempo ma rimangono intatte nonostante lo sviluppo del bambino.

Alcune possibili manifestazioni della paura sono atteggiamenti  regressivi, enuresi  e disturbi sonno, passività, alterazione dell’umore, problemi di concentrazione, risposte comportamentali (aggressività o violenza immotivate), disturbi psicosomatici.
Che fare nel caso di paura?
         E’ importante sempre dire ai figli che sono la cosa che più desideravamo “ti volevo proprio così”;
         Dare voce alla paura, trovare modo di parlarne;
         Accettare: dare ascolto, pazienza, tempo;
         Trasmettere sicurezza: “io ci sono”
         Rispettare “capisco
         Sostenere: dare fiducia, rassicurazione, aiutare a ridimensionare la paura;
         Empatia: ricordare le nostre paure: di che cosa abbiamo paura? Come la viviamo? Com’è la nostra intelligenza emotiva?
I genitori possono e devono essere centrali nella educazione emotiva dei propri figli:
         Ascoltarsi:  come mi sento?
         Riconoscere: dare un nome a ciò che si prova
         Accogliere: non negare i propri stati d’animo
         Gestire: contenere le proprie paure
         Scoprire:  cercare gli antidoti (qualcosa che aiuti, che ci accompagni, che ci sostenga ad affrontare la difficoltà, che crei un ponte tra voi e lui)
         Comprendere:  trovare motivazioni, il perché esiste il problema
         Individuare: mettere a fuoco obiettivi e finalità di crescita.
Per superare le paure il bambino ha bisogno di:
  1. -          Tanto amore…ma non troppo (non mettiamolo sotto una campana di vetro)
  2. -          La sicurezza dei confini: qualche no serve;
  3. -          Poter esprimere le loro emozioni e imparare gestirle
  4. -          Coltivare la fantasia
  5. -          “Concimare” l’umorismo, è una risorsa importante ed innata nei bambini;
  6. -          “Fare con” i genitori
  7. -          Rilassarsi

Che fare?
         Siamo "lì" nel momento in cui la paura si manifesta. Una presenza calma e affettuosa ha un immediato effetto tranquillizzante.
         Mostriamo serenità ed evitiamo i due opposti: non mostriamoci sempre ansiosi né sempre spavaldi, perché i piccoli potrebbero sentirsi soli e inadeguati o al contrario emularci e diventare "spacconi" anche a dispetto dei propri limiti ed emozioni.
         Evitiamo i confronti: ogni bambino ha i suoi tempi, che vanno rispettati..
         Non diciamo mai: "Affronta la paura, devi essere forte".
         Spingere un bambino a viso aperto contro una paura è sbagliato, perché può trasformare la paura in terrore.
Alcune strategie utili possono essere:
         Ascolto attivo (attento e partecipato)
         Rituali (es. per favorire il sonno)
         Raggio di luce
         Figure protettive (Angeli custodi, Orsetto sorvegliante)
         Attività ludiche (Giochi, disegno, plastilina)
         Rilassamento (musica, canzoni, dondolii)
         Narrazioni (fiabe, filastrocche, racconti)
La fiaba ha un valore enorme perché contiene il linguaggio dei bambini. E’ difficile dare direttamente dei consigli razionali al bambino, è molto meglio “raccontarlo” attraverso una fiaba, che contiene in sé il racconto del problema ma anche le possibili soluzioni. Infatti:
         Contiene immagini simboliche
         Colpisce la fantasia, attrae e cattura l’attenzione
    Parla di eventi ordinari e quotidiani pur descrivendoli come irreali, aiutando i bambini a identificarsi con i personaggi;
    Non ha tempo ne spazio “c’era una volta…” ma ha un lieto fine (promuove l’idea del superamento che alimenta la fiducia di sé).

“Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono; le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere” (O.Chesterton)


domenica 1 marzo 2015

laboratori sulle emozioni

Iniziano sabato 7 marzo i laboratori sulle emozioni, un breve percorso formativo creato da tre momenti per permettere ai genitori di confrontarsi e riflettere sul tema delle emozioni (cosa sono? perchè servono? come si sviluppano? come si gestiscono?). L'idea è quella di far confrontare i genitori, dare degli spunti di riflessione e delle semplici strategie da usare, delle nuove chiavi di lettura... ma anche di usare lo spazio tra un sabato e l'altro per riflettere e provare le strategie proposte.
Le iscrizioni si chiudono mercoledì 4 marzo, ci sono ancora alcuni posti disponibili. per eventuali domande, dubbi e iscrizionialberodellerelazioni@gmail.com