Brrr che paura! Le insicurezze dei bambini, le ansie
dei genitori
Mercoledì 25 gennaio si è svolta a Cagnò
un’interessante serata, introduttiva al tema delle emozioni, con come tema
centrale quello della paura. La psicoterapeuta, Giuliana Franchini, con
trentennale esperienza a fianco di bambini e genitori, ha affrontato con
maestria il tema delle insicurezze partendo dalla visione di alcuni spezzoni di
film (es. Mi chiamo Sam), di alcune filastrocche (“Nella notte scura scura, i
bambini han paura, han paura dei rumori, e i fantasmi saltan fuori…”) e dipinti
(“L’urlo” di Munch), ma soprattutto attraverso testi e disegni dei bambini che
ha incontrato nel suo lavoro. Ha introdotto il tema della paura, da intendersi
come un’emozione, un meccanismo di autoprotezione, una reazione fisiologica ma anche
una risposta patologica.
E’ normale che i bambini siano insicuri,
fa parte della crescita, dell’affrontare le cose nuove… La paura è una reazione
psicofisica in presenza di un oggetto come risposta d’allarme, e per questo è
funzionale, “sana”.
Diventa problematica quando diventa Terrore
(reazione esagerata ad una inequivocabile minaccia), Ansia (reazione
generalizzata di paura anche senza la presenza dell’oggetto che fa paura) e Fobia
(reazione che riguarda soprattutto gli adulti irrazionale, paradossale, e persistente di paura con
oggetti o situazioni anche non oggettivamente pericolose).
La dottoressa Franchini ha poi proposto
una carrellata delle possibili paure:
- Le paure innate, che si manifestano
nei primi mesi di vita e sono una reazione a suoni acuti e improvvisi; lampi,
luci violente; oggetti che si avvicinano rapidamente; cambiamenti improvvisi e
inaspettati; perdita dell’ appoggio; stimoli dolorosi.
- Le paure
evolutive, che si sviluppano a 20-30 mesi e a 6-7 anni, soprattutto nei
confronti di bambini estranei, temuti in quanto imprevedibili (mordono,
spingono, non rispondono, sottraggono i giocattoli)
- Le paure reali, collegate ad eventi
concreti ad esempio le esperienze nuove: situazioni esterne al bambino,
gli eventi naturali (temporali, tuoni, vento tipiche
tra i 4 e i7 anni); gli
animali (molto presenti tra i 2 e i 4 anni ma anche tra i 9 e gli 11 anni), gli ambienti
particolari (es. Ospedali e dottori)
- Le paure irreali (immagini interne
scatenate dai nostri pensieri) es. Fantasmi, streghe, draghi e mostri.
- Le paure
antiche (Buio, Malattia, sangue, Integrità corpo, Morte, Non essere
amati, Distacco- separazione, Perdita)
- Le nuove
paure (Guerra, bombe, Perdita
casa, Povertà, Incidenti stradali, Extracomunitari, zingari, Uomini che
rapiscono, pedofili, Incapacità, fallimento, derisione, Scuola)
Le nuove paure sono state studiate anche
da una ricerca romana su 1500 alunni di scuola elementare hanno sottolineato
come siano preponderanti le paure per:
- Notte
- Tv
- Scuola
- Essere
abbandonati per separazione genitori, soprattutto perché si sentono
responsabili della separazione, i più piccoli si sentono sempre in colpa
- Non
essere altezza aspettative dei genitori, essere consapevoli di non essere i
figli che i genitori volevano
- Non
essere belli.
Le paure sono un’esperienza, normale,
“sana” e non preoccupante quando sono passeggere, mutevoli e gestibili.
Bisogna invece preoccuparsi quando:
- -
Sono
paure che terrorizzano: Il
bambino si agita anche solo all'idea di dover affrontare la situazione a
rischio. Dà la sensazione di sentirsi come annientato dal pericolo.
- -
Sono paure
arrivate a seguito di traumi:
Si manifestano sempre e solo in una situazione specifica che il bambino associa
a un'esperienza negativa (ad esempio un luogo chiuso dopo essere rimasto
bloccato in ascensore). Se dopo un trauma, una morte, un problema emerge una paura,
l’evento non è stato metabolizzato;
- -
Sono
invadenti: Condizionano
la vita del bambino e quella dei genitori, impedendo alcune attività
fondamentali.
- -
Sono
permanenti: Queste paure non si modificano nel tempo ma
rimangono intatte nonostante lo sviluppo del bambino.
Alcune possibili manifestazioni della
paura sono atteggiamenti regressivi, enuresi e disturbi sonno, passività, alterazione
dell’umore, problemi di concentrazione, risposte comportamentali (aggressività
o violenza immotivate), disturbi psicosomatici.
Che fare nel caso di paura?
•
E’ importante
sempre dire ai figli che sono la cosa che più desideravamo “ti volevo proprio
così”;
•
Dare voce alla
paura, trovare modo di parlarne;
•
Accettare: dare
ascolto, pazienza, tempo;
•
Trasmettere
sicurezza: “io ci sono”
•
Rispettare “capisco”
•
Sostenere: dare
fiducia, rassicurazione, aiutare a ridimensionare la paura;
•
Empatia: ricordare
le nostre paure: di che cosa abbiamo paura? Come la viviamo? Com’è la nostra
intelligenza emotiva?
I genitori possono e devono essere
centrali nella educazione emotiva dei propri figli:
•
Ascoltarsi: come
mi sento?
•
Riconoscere: dare un nome a ciò che si prova
•
Accogliere: non negare i propri stati d’animo
•
Gestire: contenere le proprie paure
•
Scoprire: cercare
gli antidoti (qualcosa che aiuti, che ci accompagni, che ci sostenga ad affrontare
la difficoltà, che crei un ponte tra voi e lui)
•
Comprendere: trovare
motivazioni, il perché esiste il problema
•
Individuare: mettere a fuoco obiettivi e finalità di
crescita.
Per superare le paure il bambino ha
bisogno di:
- -
Tanto amore…ma non troppo (non mettiamolo sotto una
campana di vetro)
- -
La sicurezza dei confini: qualche no serve;
- -
Poter esprimere le loro emozioni e imparare gestirle
- -
Coltivare la fantasia
- -
“Concimare” l’umorismo, è una risorsa importante ed innata nei bambini;
- -
“Fare con” i genitori
- -
Rilassarsi
Che fare?
•
Siamo "lì" nel momento
in cui la paura si manifesta. Una presenza calma e affettuosa ha un immediato
effetto tranquillizzante.
•
Mostriamo serenità ed evitiamo i due
opposti: non mostriamoci sempre ansiosi né sempre spavaldi, perché i piccoli
potrebbero sentirsi soli e inadeguati o al contrario emularci e diventare
"spacconi" anche a dispetto dei propri limiti ed emozioni.
•
Evitiamo i confronti: ogni bambino ha i
suoi tempi, che vanno rispettati..
•
Non diciamo mai: "Affronta la paura,
devi essere forte".
•
Spingere un bambino a viso aperto
contro una paura è sbagliato, perché può trasformare la paura in
terrore.
Alcune strategie utili possono essere:
•
Ascolto attivo
(attento e partecipato)
•
Rituali (es.
per favorire il sonno)
•
Raggio di luce
•
Figure
protettive (Angeli custodi, Orsetto sorvegliante)
•
Attività
ludiche (Giochi, disegno, plastilina)
•
Rilassamento (musica,
canzoni, dondolii)
•
Narrazioni (fiabe,
filastrocche, racconti)
La fiaba ha un valore enorme perché contiene
il linguaggio dei bambini. E’ difficile dare direttamente dei consigli
razionali al bambino, è molto meglio “raccontarlo” attraverso una fiaba, che
contiene in sé il racconto del problema ma anche le possibili soluzioni. Infatti:
•
Contiene immagini simboliche
•
Colpisce la fantasia, attrae e cattura
l’attenzione
• Parla di eventi ordinari e quotidiani
pur descrivendoli come irreali, aiutando i bambini a identificarsi con i
personaggi;
• Non ha tempo ne spazio “c’era una
volta…” ma ha un lieto fine (promuove l’idea del superamento che alimenta la fiducia di sé).
“Le
fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che
esistono; le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere” (O.Chesterton)