Internet
e gli strumenti tecnologici fanno sempre più parte della nostra vista, hanno
modificato il nostro modo di vivere, soprattutto i giovani ne sono attratti e
li utilizzano con grande facilità.
Questo porta due impegni per noi adulti:
-
conoscere questi mezzi di comunicazione, essere
preparati;
-
parlarne con i ragazzi, fin da quando sono
piccoli, e stabilire con loro delle regole da subito.
Capita
infatti che si dia il cellulare a ragazzini piccoli, senza regole, senza essere
noi stessi buoni modelli di utilizzo, e quando emergono i problemi in
adolescenza (eccessivo utilizzo, inconsapevolezza dei pericoli, cyberbullismo).
Si danno spesso in mano ai giovani degli strumenti che sono potentissimi, e spesso
ci si trova nei guai successivamente perché l’uso è incontenibile., un vero e
proprio abuso di tecnologie.
Si
può arrivare, in casi estremi, a situazioni di dipendenza da Internet, dove la
dipendenza non è data dalla sostanza, ma dal comportamento, che risulta impossibile
da smettere e che occupa sempre maggior tempo.
Internet ha anche trasformato alcune tipiche dipendenze (es. dipendenza
da Casinò sostituita da Casinò on line), eludendo alcuni ostacoli, facilitando
la vita di chi ne è affetto (che non deve più spostarsi, inventare scuse,
ecc.), permettendo di vivere la patologia dentro le mura di casa. Tutto diventa
quindi molto più pericoloso. I problemi rimangono, anzi si aggravano, ma
cambiano forma con le evoluzioni del tempo.
Le
persone che soffrono di dipendenze hanno difficoltà nella gestione delle
emozioni e difficoltà relazionali. Tra i giovani spesso emerge una frattura nel
normale flusso delle relazioni. Ad esempio si dà molta intimità a persone
sconosciute (sesso, ecc.) e poi ci si stupisce di un saluto. C’è una sessualità
molto spinta ma c’è un’altissima confusione su quello che dovrebbe essere la
crescita affettiva, il normale sviluppo di una relazione (il procedere per
prove e tentativi, affrontando imbarazzo, paure, gioie). Molto spesso il
contatto fisico diventa l’unica comunicazione che poi si blocca li. Nella mente
di tanti ragazzi c’è proprio l’idea che si faccia così, che tutto sia
perdonabile perché magari si ha bevuto (che è una scusante più che una causa),
e che per l’atto sessuale non serva un legame, né serva crearlo
successivamente. Questo spiega in parte la malsana abitudine tra i giovani di
inviarsi foto intime o rubate con whats-app, non solo ai singoli, ma all’intero
gruppo.
C’è
inconsapevolezza che quello che mando in internet può essere divulgato tra
tanti, e anche se cancellato, non potrà mai essere cancellato del tutto. Si deve far capire ai giovani che quando
invio qualcosa, devo essere consapevole che non ne ho più il controllo.
Noi
adulti per primi dobbiamo capire che questi strumenti sono potentissimi e
quindi si deve imparare ad utilizzarli. I giovani entrano in un mondo che non
ha spazi, non ha confini delimitati.
I
ragazzi sono di fronte ad una cybergiungla, ricca di risorse bellissime, ma con
anche dei grandi pericoli e dei contenuti che nessuno, men che meno un giovane,
è pronto a vedere. Quindi a loro serve
una bussola, e questa bussola non possiamo che essere noi adulti. Possiamo stargli vicino, possiamo, ad esempio,
vedere assieme dei video che parlano dei pericoli in internet e parlarne con
loro.
Ai
nostri tempi c’era solo il telefono. Se volevo uscire con un amico:
1.
pianificavo “mi piacerebbe incontrare il mio
amico domani e quando lo vedo glielo chiedo”;
2.
se non lo vedevo lo chiamavo al telefono, che
solitamente era a casa, in un luogo di
passaggio, chiedevo il permesso di chiamarlo, visto che chiamavo un’altra casa
(noi avevamo una visualizzazione di dove rispondeva l’altro, ora c’è un’assenza
di immagine);
3.
i miei genitori mi davano delle regole (es. non
si chiama a pranzo) che mi hanno insegnato ad aspettare;
4.
chiamavo in casa e sapevo che era come entrarvi,
quindi salutavo, chiedevo permesso ecc.;
5.
se il mio amico studiava il genitore faceva da
filtro e mi chiedeva di chiamare dopo.
Ora
si perdono un sacco di passaggi. Non c’è la pianificazione. Manca tutta la
parte legata al desiderio, che nasce quando si aspetta, si pensa, si immagina.
Tutto va così in fretta che non abbiamo più tempo di desiderare.
Informazioni in pillole: per saperne di
più!
Internet
non ha spazi, non ha tempi. Un tempo c’era solo la TV, con un palinsesto
determinato, con delle immagini controllate. Se pensiamo che alla TV un ragazzo
sia poco protetto, in internet questo lo è ancora di più: posso fare tutto, non
c’è una visione del tempo reale. Per questo con internet e videogiochi i
ragazzi rimangono abboccati, come dei pesci…
la posizione davanti al PC o allo smartphone è tesa. Quando dicono, “mi
rilasso un po’”, non è vero. Si distraggono ma non si rilassano. Si aumenta il
carico di tensione.
Come
funziona internet: se io uso un motore di ricerca, e cerco una parola chiave, i
primi siti che escono, solitamente colorati, hanno un motivo economico, hanno
pagato per stare li. L’ordine degli altri siti rispecchia la frequenza di clic,
o perché ho già cliccato su questo sito in precedenti ricerche. Su diversi
computer, pur utilizzando sempre la stessa parola chiave, escono delle liste
diverse. Anche le pubblicità (i banner)
presenti nei siti dipendono dai siti che ho precedentemente cliccato o dalle
ricerche precedentemente fatte: questo per aumentare in me il desiderio di
acquistare un prodotto, o di ritornare in un certo sito. Internet che sembra un
luogo magico, libero, non lo è!
I
nuovi media impongono una delega delle informazioni, i piccoli non imparano più
a memoria, sanno di trovare tutto in internet e sono demotivati nel
memorizzare/ricordare/studiare. Dobbiamo quindi cercare di 1. Impostare bene le
ricerche verificando le notizia (incrociando più siti, confrontandoli, ecc.) ;
2. Ragionando e analizzando il problema criticamente.
Le
notizie in internet sono velocissime, ma mai verificate e controllate. Si
creano una serie di pasticci e incomprensioni. Le smentite servono a poco. Le
notizie possono essere distorte, perché è tutto troppo veloce per verificarle.
I siti si strutturano in modo che sembra tutto vero. Dobbiamo aiutare i piccoli a sviluppare una
capacità critica.
Sindrome
Folo (fear of life off line) – paura di essere fuori, paura di non essere
connesso, paura di rimanere fuori dalle comunicazioni, ossessione a mostrare al
mondo quanto siamo felici, di mettere tutto su internet perché altrimenti non
vali niente. Si perde così l’importanza della persona “vera” quella che sta
vivendo, tutte le energie sono date alla personalità on line. C’è un continuo
confronto con gli altri, che appaiono sempre felici e perfetti, e questo
svaluta sempre di più il proprio essere reale.
Spesso
l’attenzione all’altro manca. E questo sta alla base del bullismo, che si
aggrava maggiormente quando è Cyberbullismo: l’offesa on line viene
moltiplicata, nasce l’ossessione di sentire ogni comunicazione on-line, il
timore di aprire i messaggi… la vita delle vittime ne viene condizionata, non
solo nel contesto in cui è nato il bullismo, ma in tutti i suoi contesti di
vita.
Consigli
in pillole!
Se
date uno strumento prima dovete conoscerlo bene: telefono, una console di
videogiochi, un tablet, ecc. Cercate di capirne possibili funzioni utili e
pericoli intrinseci. Senza scoraggiarsi per il fatto che i giovani sono più
bravi di noi. I ragazzi sono “nativi
digitali”, non hanno differenze genetiche, ma sono iperstimolati. Noi magari ci
mettiamo un po’ di più ma sappiamo quali pericoli evitare.
Gli
adolescenti sono multitasking: leggono un libro, col computer acceso, il
telefono in mano e le cuffie nelle orecchie. E’ vero che loro sono facilitati
nel passaggio da uno strumento all’altro, ma è anche vero che riescono a fare
tutto insieme? Forse l’errore è di noi adulti che non abbiamo dato loro un
limite, che non abbiamo spiegato, e mostrato, che le cose fatte una alla volta vengono
meglio. Aiutare i ragazzi a fare una cosa alla volta e a concentrarsi su una
cosa alla volta è importante. Se questo non avviene perdono la capacità di
concentrarsi. I ragazzi di oggi tendono ad essere più irrequieti, hanno
difficoltà a stare fermi, sono meno concentrati. Essere continuamente stimolati
aumenta l’adrenalina nel corpo e aumenta questa irrequietezza.
Facebook:
si può avere a partire dai 13 anni. E’ importante seguire i figli nella
creazione del proprio profilo. Servono delle regole, sul tipo di foto e
informazioni da dare, sul fatto di dare l’amicizia solo a chi si conosce. Tutti
i ragazzi tendono ad avere moltissimi amici. Molti di più di quelle che effettivamente
conoscono. Questo porta ad accettare
amicizie anche da sconosciuti, mettendoli in situazioni pericolose.
Pubblicare
foto dei figli in internet può essere problematico perché fa passare il
messaggio: “io posso pubblicare foto di altri senza chiedere. Mamma e papà non
lo hanno chiesto a me” . Tutte le cose che noi facciamo assumono un
significato. Noi adulti dobbiamo seguire le regole, oltre che darle.
Importante
che i genitori si informino, leggano le conversazioni dei figli, assieme a loro
naturalmente (Mai di nascosto), ne parlino… i genitori hanno il diritto e anche
il dovere di guardare i messaggi dei figli, visto che se gli si dà uno
strumento, gli si deve dare il modo di imparare, e come in tutti i campi questo
implica controllo. Questo non vuol dire non avere fiducia in loro, ma aiutarli
ad entrare in un mondo nuovo. Questo uso condiviso può anche creare maggior
attenzione allo strumento stesso da parte dei giovani.
Età
giusta per dare il telefono? Non c’è una regola. E’ importante concordare tra
genitori concordare una tempistica ed delle regole comuni. E’ importante capire
perché volete dare il cellulare, e comprendere se è legato alla vostra
ansia. Es. se lo do per andare in gita,
lo devo motivare. Non deve passare il messaggio di svalutazione per le maestre,
o l’idea che le gite sono pericolose… se dobbiamo solo ridurre la nostra ansia
scegliamo uno strumento adeguato: es. alle medie non possiamo pensare di dare
un apparecchio che abbia una funzione continua, quindi scegliere un cellulare
senza internet.
I ragazzi
chiedono lo smartphone molto presto, attenzione: bisogna patteggiare. La scusa “lo hanno tutti” non è proprio vera. Sappiate
dire no, sentite gli altri genitori.
Telefoni
spenti la notte, tutti in una stanza. Non lasciate certi strumenti
incondizionatamente nelle mani dei giovani.
Videogiochi:
attenti all’età consigliata, non farli utilizzare per tempi lunghi perché si
aumenta l’adrenalina (aggressività e, a lungo andare, rischio di Ictus), non farli
utilizzare tutti i giorni.