venerdì 19 dicembre 2014

Riassunto intervento Adriana Cantisani

Adriana Cantisani, nota formatrice e family coach, è intervenuta a Cles, nella serata introduttiva dell’Albero delle Relazioni- III edizione. La sua capacità comunicativa e il racconto delle sue esperienze di vita e professionali hanno guidato i genitori e gli educatori presenti in un’attenta analisi delle situazioni delle famiglie di oggi, collegandosi perfettamente con i temi dell’Albero (emozioni, relazioni e motivazioni) che ha definito come le tre gambe dello sgabello della genitorialità, i tre aspetti, equamente importanti, che possono aiutare i genitori a comprendere i comportamenti dei figli e a individuare le strategie migliori per affrontare le situazioni problematiche.
Ha esordito dicendo che dei tanti anni di esperienza in ambito educativo, il lavoro più difficile ed importante che ha svolto è quello di mamma. E visto che i suoi ragazzi sono adolescenti, non vede l’ora di vederli uscire di casa, per capire che uomini sono diventati, come affrontano il mondo, come reagiscono alle difficoltà che necessariamente troveranno sulla loro strada. Questa prima riflessione ha sottolineato due aspetti importanti:
  • -    la peculiarità e l’importanza del ruolo dei genitori, che indipendentemente da tutto, è difficile e complesso, ricco di soddisfazioni e gioie, ma in questo momento storico anche intriso di insicurezze e dubbi;
  • - la rilevanza dell’educazione non solo nell’immediato, ma per forgiare quelle che dovranno essere persone adulte, in futuro, in grado di vivere appieno la propria vita, di sviluppare al meglio le proprie potenzialità, di gestire relazioni con solidarietà e generosità, ecc.

Ha inoltre sottolineato come siano 5 le problematiche che ritrova più di frequente nel suo lavoro con le famiglie:
1. le vecchie certezze non reggono:
a. il concetto di famiglia non è più quello di una volta, le molteplici forme famigliari sono attualmente più complesse ed i vecchi metodi educativi non sono più efficaci;
b. i ruoli di genitori ed educatori hanno meno autorità: ad esempio la maestra è diventata un’amica, e questo talvolta porta ad un minor rispetto della persona ma anche delle regole che sostiene;
c. Il lavoro occupa gran parte del nostro tempo, ma nel contempo ci sentiamo, come genitori, in obbligo di fare cose che i nostri genitori non facevano (es. fare i compiti assieme ai figli).
2. il bambino “vale” di più: va seguito nello studio, va incoraggiato ad esprimersi liberamente, va incoraggiato a “migliorarsi” con sport ed altro, va coltivata la sua autostima…
3. siamo soli: manca il confronto tra genitori, mancano degli spazi per vedere altri bambini della stessa età dei propri (le corti di una volta), che ci farebbero capire come alcuni comportamenti sono normali, legati all’età. Ci sentiamo spesso invece incompetenti, fino ad aver voglia di gettare la spugna.
4. siamo schiacciati dal senso di colpa: in particolare abbiamo paura a dire no e temiamo ogni reazione negativa dei nostri figli (tristezza, rabbia);
5. i metodi educativi spesso sono inadeguati e/o incoerenti tra genitori, creando confusione nei figli, incomprensioni nella coppie e genitori delusi dai propri figli.
Questa situazione porta i genitori a sentirsi vulnerabili e confusi nel loro ruolo: il comportamento dei figli non cambia o addirittura peggiora, diventano sempre più frustrati, aggressivi e tristi, nascono spesso dei conflitti all'interno della coppia creando un ciclo vizioso da cui è difficile uscire.
E allora che fare? E’ necessario ripensare e lavorare sulle tre gambe dello sgabello.
Le emozioni hanno un ruolo fondamentale nella nostra esistenza: comprenderle, conoscere come si sviluppano e gestirle al meglio ci permette di reagire alle situazioni in modo diverso e di conseguenza ad insegnare questo ai nostri figli. Le emozioni dipendono dalla lettura che diamo alla situazione e quindi hanno, sebbene sembri strano, una forte componente razionale. Comprendere come leggiamo il mondo, ci permette di capire come non venire sopraffatti da emozioni negative. (Questo tema verrà trattato in primavera 2015, soprattutto nei laboratori di approfondimento).
Le relazioni si dovrebbero basare su una buona comunicazione, che implica reciprocità, intenzionalità e significato. Anche in questo i genitori hanno un ruolo di esempio importante. A volte però anche nella relazione genitori-figli, questi tre aspetti mancano: parliamo ma i figli né ci ascoltano né ci sentono, ci si dimentica di guardarsi negli occhi, aspetto fondamentale per agganciare l’attenzione, ma che spesso manca, visto che più del 70% della nostra comunicazione è non verbale. Inoltre a volte manca l’intenzionalità: gli adulti sanno i diversi significati delle parole e colgono il significato dal contesto, mentre i bambini stanno costruendo il significato delle parole… molto spesso noi non sappiamo esprimerci nel modo intenzionale, attenti a farsi capire. Molto spesso sono i genitori a non essere chiari, ad usare termini generici (fai il bravo, stai composto), mentre si otterrebbe molto di più chiarendo nello specifico quello che si vuole ottenere. Importante è anche specificare il significato delle richieste: alcune volte ci si impone, mentre se si spiegassero le vere motivazioni sottostanti la richiesta si darebbe valore alla persona e alla sua capacità di comprendere cosa ci spinge a fare alcune richieste. (Questo tema verrà trattato in autunno 2015, soprattutto nei laboratori di approfondimento).
Le motivazioni, sono strettamente collegate alle precedenti, ogni genitore dovrebbe lavorare per dare un senso di competenza ai propri figli, per sottolineare il contributo positivo che possono dare alla quotidianità. E’ importante farli sentire importanti, senza complimenti inutili o giudizi, ma dando attenzione sia ai comportamenti positivi sia a quelli negativi. E’ importante chiedere e interessarsi sempre ai figli, indipendentemente dal risultato. Spesso i genitori tendono a parlare (commentare, dare attenzione) solo quando le cose vanno male, è importante avere lo stesso livello di attenzione alle cose che accadono indipendentemente dal loro essere positive o negative. Inoltre, è fondamentale e positivo dare  delle responsabilità, degli obblighi ai figli, perché sottende il credere nelle loro capacità. (Questo tema verrà trattato in primavera 2016, soprattutto nei laboratori di approfondimento).
Adriana ha concluso la sua ricca discussione, con alcune rassicurazioni. In primis ha sottolineato come tutti i genitori sono nella stessa barca e quindi come sia necessario cercare confronto con altri per non sentirsi più soli. L'aiuto migliore non arriva da manuali o da esperti, ma dal nostro tessuto sociale che è ricco di esperienze di vita (amiche, parenti, colleghi…). Inoltre, imparare a riconoscere le emozioni è fondamentale e può permetterci di essere d’esempio ai figli aiutandoli a vivere appieno la loro vita emotiva. Infine, ha asserito come il metodo educativo più adeguato per i nostri figli è quello che va meglio per noi, più coerente con i nostri valori: è importante condividere col partner tale metodo, cercando di non screditarsi vicendevolmente di fronte ai figli.
Una serata ricca di stimoli, senza ricette preconfezionate, ma con l’intento di valorizzare il ruolo di ogni genitore, comprendendone gli sforzi e accettandone le difficoltà. Una serata da cui si è usciti col sorriso e con il desiderio di mettersi in gioco ancora di più in quello che è il lavoro più importante nella vita di una persona: l’essere genitore.

giovedì 4 dicembre 2014

Adriana Cantisani è stata a Cles


Vi siete persi l'evento? Peccato, avreste visto molto più di una Tata. Avreste incontrato una Professionista dell'educazione, solare, disponibile e sicuramente appassionata del suo lavoro (che è prevalentemente al di fuori dell'ambito televisivo). Una grande comunicatrice che ha raccontato e si è raccontata per quasi due ore, che ha rassicurato i genitori, che non ha dato ricette ma ha letto la realtà e le difficoltà delle famiglie attuali con sensibilità e acume. Si è perfettamente calata nel percorso dell'Albero delle relazioni, tanto da usare i nostri temi (emozioni, relazioni e motivazioni) come guida per la sua esposizione.
Avete partecipato? Probabilmente ne siete usciti con un sorriso, rassicurati del fatto che ci state provando al meglio, e desiderosi di migliorarvi e di mettere in pratica alcuni semplici consigli dati. Forse con meno sensi di colpa e con una maggior consapevolezza che confrontandosi con altri si può crescere, che nei momenti difficili chiedere aiuto è importante, che non esistono nè bambini sempre BRAVI  (nemmeno quelli delle Tate, perchè sono bambini), nè genitori sempre BRAVI.
Nei prossimi giorni promettiamo un riassunto più puntuale di quello che è emerso nella serata, con qualche estratto della presentazione, per ora vi lasciamo con le parole finali di Adriana:
"Ricordiamo che essere genitori è il lavoro più serio della nostra vita (è un contratto a tempo indeterminato, raramente possiamo darci malati, è ultra full time, non possiamo prenderci ferie) ma è anche un privilegio ed una gioia enorme. Godiamoci l'avventura!!!"

martedì 18 novembre 2014

Primo evento: Adriana Cantisani


Adriana Cantisani darà il via alla terza edizione dell'albero delle relazioni, che quest'anno si arricchisce per sposare meglio le esigenze e le suggestioni proposte dai partecipanti alle precedenti edizioni. Seguiranno molte serate con esperti su tematiche riguardanti le emozioni, le relazioni e le motivazioni, ma anche dei momenti di approfondimento in cui il confronto e la partecipazione attiva dei genitori sarà l'ingrediente base per discutere assieme della quotidianità.