mercoledì 25 febbraio 2015

Riassunto Tavola Rotonda "Anticorpi Sociali al Bullismo"





Sabato 31 gennaio si è tenuta a Taio la tavola rotonda conclusiva del Progetto “Percorsi comuni”. Il progetto si è svolto negli istituti comprensivi di Taio, Denno e Fondo, proponendo azioni distinte ma strettamente sinergiche tra loro.

  1. Un laboratorio di formazione rivolto a un gruppo di insegnanti provenienti dai tre Istituti;
  2. Percorsi sul Cyberbullismo per i ragazzi della seconda media (uno per ciascun Istituto);
  3. Percorsi sulle emozioni con i ragazzi della quinta elementare (uno per ciascun Istituto);
  4. Tre percorsi di formazione rivolti ai genitori della durata di 4 incontri ciascuno (2 in primavera e 2 in autunno), organizzati in collaborazione con le Consulte Genitori degli Istituti partners.
Ogni azione è stata presentata sia dai responsabili del progetto, dai formatori coinvolti e da alcuni dei beneficiari diretti (insegnanti, genitori, studenti).
Cristiano Conte, Referente Tecnico Organizzativo della cooperativa Kaleidoscopio e moderatore della serata, ha sottolineato come la base di partenza del progetto sia quello di non etichettare il bullo come un ragazzo malato, ma di comprendere le sue azioni inserite in un contesto che le favorisce. Per ridurre o prevenire fenomeni di bullismo non ci si deve quindi focalizzare sul singolo, ma sulla comunità che lo accoglie, che deve riprendere il suo ruolo educativo. Lavorare sui contesti di vita (scuola, classe, famiglia) permette di ribaltare il punto di vista classico e di promuovere benessere. Rendere più competenti i componenti della comunità di vita è necessario per sconfiggere il problema: l’episodio antisociale è una questione che riguarda tutti, non solo il singolo.
Stefano Kirchner, Dirigente dell’Istituto Comprensivo 7 di Trento, ha curato con la dott.ssa Lina Broch la formazione agli insegnanti. Ha spiegato come spesso la reazione ad un bullo data dalla scuola assomiglia molto all’azione del bullo stesso: si basa sulla differenza di potere tra giovane e insegnanti, implica coercizione e poco rispetto, innescando una lotta di potere che non fa altro che confermare l’efficacia dell’utilizzare metodi prepotenti e repressivi. La scuola deve modificare questo suo agire partendo da un cambiamento nel suo ambiente e nelle sue regole, per fare in modo di non far sviluppare eventi di bullismo. L’azione deve coinvolgere tutti, insegnanti, personale ATA, dirigenza, e proporre una cultura diversa basata sul rispetto. Gli adulti devono riacquisire il loro ruolo di punti di riferimento per i giovani ed essere interlocutori principali in caso di eventi di bullismo, senza demandare ad altri. Alcuni degli insegnanti coinvolti nel progetto hanno sottolineato come la formazione sia stata un’azione positiva e un’esperienza importante per il loro lavoro, che non ha fornito ricette ma ha favorito un’auto-riflessione sul proprio lavoro quotidiano.
Mauro Cristoforetti, formatore della cooperativa EDI onlus, ha seguito le attività sul Cyberbullismo  con i ragazzi delle medie, creando 5 incontri di due ore ricchi di giochi, di attività, di discussioni e di simulazioni per mettere i ragazzi di fronte ad alcune situazioni tipo e aiutarli a gestire al meglio i problemi: in un certo senso si è voluto agire come un vaccino (la situazione stimolo), in grado di creare degli anticorpi (conoscenze, competenze, abilità) per reagire al meglio in presenza di Cyberbullismo. Alla fine dei 5 incontri ogni classe partecipante ha preparato un prodotto multimediale sul tema. Il video creato dai ragazzi di Fondo è stato presentato e i protagonisti hanno raccontato la positività dell’esperienza e l’entusiasmo messo nel percorso.
Stefania Sarcletti e Delia Coller, della cooperativa Kaleidoscopio, hanno poi presentato le attività svolte con le classi delle elementari. Il percorso, sempre costituito da 10 ore di lavoro suddivise in 5 incontri, ha portato i bambini, attraverso giochi, discussioni, disegni e la creazione dell’albero delle emozioni –in visione-, a riflettere sulla propria esperienza concentrandosi sul tema delle emozioni e della cooperazione. Anche in questo caso le parole dei bambini e delle insegnanti hanno concluso questo momento, sostenendo la rilevanza del percorso svolto.
Ha concluso la tavola rotonda Alessia Franch, che ha guidato gli incontri con i genitori (2 in primavera e 2 in autunno). Anche in questo caso, senza parlare direttamente di bullismo, si sono affrontati temi in grado di potenziare le abilità necessarie per una genitorialità efficace. Alcune parole chiave affrontate negli incontri riguardano: responsabilità, limiti (voler bene non significa difendere dalle frustrazioni ma sostenere nell’affrontarle in modo adeguato) ed ascolto. Base di partenza erano comunque le esperienze e le competenze dei genitori, che sono gli unici a poter scegliere la strada migliore da percorrere. Alcuni di loro (rappresentanti i tre Istituti Comprensivi) hanno testimoniato come le serate offerte siano state un momento importante di confronto e riflessione, in cui l’aspettativa di avere la “soluzione dell’esperto” ha lasciato il posto alla consapevolezza che non esiste una ricetta uguale per tutti.
I vari contributi hanno permesso di evidenziare alcune attenzioni sul piano educativo che possono accomunare genitori, insegnanti, educatori e, più in generale, tutti gli adulti che rivestono nei confronti dei nostri ragazzi un ruolo educativo e di riferimento:

  • l’attenzione a creare contesti accoglienti, nei quali tutti (bambini, ragazzi e adulti) sentano di poter stare bene;
  • l’ascolto autentico, che sa andare “oltre”, come presupposto necessario per insegnare ai ragazzi ad esprimersi, condividendo i propri dubbi e le proprie difficoltà;
  • la necessità di sintonizzarsi profondamente sull’esperienza dei ragazzi, che chiedono di affiancati da adulti capaci sia di ascoltarli senza giudicare, sia di donare la propria esperienza (fatta anche di cadute e di errori) come testimonianza privilegiata della fatica e della bellezza di crescere;
  • il riconoscimento delle proprie emozioni e la consapevolezza personale come presupposti indispensabili per poter comprendere e decidere in modo autonomo e responsabile i propri atteggiamenti comportamenti nei confronti di se stessi e degli altri; 
  • la fiducia nelle risorse dei ragazzi e nella loro capacità di divenire, opportunamente accompagnati e supportati, protagonisti consapevoli della propria vita.
Un incontro interessante, dove esperti e partecipanti hanno arricchito il valore di un percorso con molti punti di forza nella prevenzione del bullismo, e nella promozione delle competenze dei diversi attori dei contesti di vita.