domenica 22 novembre 2015

Serata su relazioni ed internet - riassunto

Internet e gli strumenti tecnologici fanno sempre più parte della nostra vista, hanno modificato il nostro modo di vivere, soprattutto i giovani ne sono attratti e li utilizzano con grande facilità.  Questo porta due impegni per noi adulti:
-          conoscere questi mezzi di comunicazione, essere preparati;
-          parlarne con i ragazzi, fin da quando sono piccoli, e stabilire con loro delle regole da subito.
Capita infatti che si dia il cellulare a ragazzini piccoli, senza regole, senza essere noi stessi buoni modelli di utilizzo, e quando emergono i problemi in adolescenza (eccessivo utilizzo, inconsapevolezza dei pericoli, cyberbullismo). Si danno spesso in mano ai giovani degli strumenti che sono potentissimi, e spesso ci si trova nei guai successivamente perché l’uso è incontenibile., un vero e proprio abuso di tecnologie.
Si può arrivare, in casi estremi, a situazioni di dipendenza da Internet, dove la dipendenza non è data dalla sostanza, ma dal comportamento, che risulta impossibile da smettere e che occupa sempre maggior tempo.  Internet ha anche trasformato alcune tipiche dipendenze (es. dipendenza da Casinò sostituita da Casinò on line), eludendo alcuni ostacoli, facilitando la vita di chi ne è affetto (che non deve più spostarsi, inventare scuse, ecc.), permettendo di vivere la patologia dentro le mura di casa. Tutto diventa quindi molto più pericoloso. I problemi rimangono, anzi si aggravano, ma cambiano forma con le evoluzioni del tempo.
Le persone che soffrono di dipendenze hanno difficoltà nella gestione delle emozioni e difficoltà relazionali. Tra i giovani spesso emerge una frattura nel normale flusso delle relazioni. Ad esempio si dà molta intimità a persone sconosciute (sesso, ecc.) e poi ci si stupisce di un saluto. C’è una sessualità molto spinta ma c’è un’altissima confusione su quello che dovrebbe essere la crescita affettiva, il normale sviluppo di una relazione (il procedere per prove e tentativi, affrontando imbarazzo, paure, gioie). Molto spesso il contatto fisico diventa l’unica comunicazione che poi si blocca li. Nella mente di tanti ragazzi c’è proprio l’idea che si faccia così, che tutto sia perdonabile perché magari si ha bevuto (che è una scusante più che una causa), e che per l’atto sessuale non serva un legame, né serva crearlo successivamente. Questo spiega in parte la malsana abitudine tra i giovani di inviarsi foto intime o rubate con whats-app, non solo ai singoli, ma all’intero gruppo.
C’è inconsapevolezza che quello che mando in internet può essere divulgato tra tanti, e anche se cancellato, non potrà mai essere cancellato del tutto.  Si deve far capire ai giovani che quando invio qualcosa, devo essere consapevole che non ne ho più il controllo.
Noi adulti per primi dobbiamo capire che questi strumenti sono potentissimi e quindi si deve imparare ad utilizzarli. I giovani entrano in un mondo che non ha spazi, non ha confini delimitati.
I ragazzi sono di fronte ad una cybergiungla, ricca di risorse bellissime, ma con anche dei grandi pericoli e dei contenuti che nessuno, men che meno un giovane, è pronto a vedere.  Quindi a loro serve una bussola, e questa bussola non possiamo che essere noi adulti.  Possiamo stargli vicino, possiamo, ad esempio, vedere assieme dei video che parlano dei pericoli in internet e parlarne con loro. 
Ai nostri tempi c’era solo il telefono. Se volevo uscire con un amico:
1.      pianificavo “mi piacerebbe incontrare il mio amico domani e quando lo vedo glielo chiedo”;
2.      se non lo vedevo lo chiamavo al telefono, che solitamente era a  casa, in un luogo di passaggio, chiedevo il permesso di chiamarlo, visto che chiamavo un’altra casa (noi avevamo una visualizzazione di dove rispondeva l’altro, ora c’è un’assenza di immagine);
3.      i miei genitori mi davano delle regole (es. non si chiama a pranzo) che mi hanno insegnato ad aspettare;
4.      chiamavo in casa e sapevo che era come entrarvi, quindi salutavo, chiedevo permesso ecc.;
5.      se il mio amico studiava il genitore faceva da filtro e mi chiedeva di chiamare dopo.
Ora si perdono un sacco di passaggi. Non c’è la pianificazione. Manca tutta la parte legata al desiderio, che nasce quando si aspetta, si pensa, si immagina. Tutto va così in fretta che non abbiamo più tempo di desiderare.

Informazioni in pillole: per saperne di più!
Internet non ha spazi, non ha tempi. Un tempo c’era solo la TV, con un palinsesto determinato, con delle immagini controllate. Se pensiamo che alla TV un ragazzo sia poco protetto, in internet questo lo è ancora di più: posso fare tutto, non c’è una visione del tempo reale. Per questo con internet e videogiochi i ragazzi rimangono abboccati, come dei pesci…  la posizione davanti al PC o allo smartphone è tesa. Quando dicono, “mi rilasso un po’”, non è vero. Si distraggono ma non si rilassano. Si aumenta il carico di tensione.

Come funziona internet: se io uso un motore di ricerca, e cerco una parola chiave, i primi siti che escono, solitamente colorati, hanno un motivo economico, hanno pagato per stare li. L’ordine degli altri siti rispecchia la frequenza di clic, o perché ho già cliccato su questo sito in precedenti ricerche. Su diversi computer, pur utilizzando sempre la stessa parola chiave, escono delle liste diverse.  Anche le pubblicità (i banner) presenti nei siti dipendono dai siti che ho precedentemente cliccato o dalle ricerche precedentemente fatte: questo per aumentare in me il desiderio di acquistare un prodotto, o di ritornare in un certo sito. Internet che sembra un luogo magico, libero, non lo è!

I nuovi media impongono una delega delle informazioni, i piccoli non imparano più a memoria, sanno di trovare tutto in internet e sono demotivati nel memorizzare/ricordare/studiare. Dobbiamo quindi cercare di 1. Impostare bene le ricerche verificando le notizia (incrociando più siti, confrontandoli, ecc.) ; 2. Ragionando e analizzando il problema criticamente.

Le notizie in internet sono velocissime, ma mai verificate e controllate. Si creano una serie di pasticci e incomprensioni. Le smentite servono a poco. Le notizie possono essere distorte, perché è tutto troppo veloce per verificarle. I siti si strutturano in modo che sembra tutto vero.  Dobbiamo aiutare i piccoli a sviluppare una capacità critica.

Sindrome Folo (fear of life off line) – paura di essere fuori, paura di non essere connesso, paura di rimanere fuori dalle comunicazioni, ossessione a mostrare al mondo quanto siamo felici, di mettere tutto su internet perché altrimenti non vali niente. Si perde così l’importanza della persona “vera” quella che sta vivendo, tutte le energie sono date alla personalità on line. C’è un continuo confronto con gli altri, che appaiono sempre felici e perfetti, e questo svaluta sempre di più il proprio essere reale.

Spesso l’attenzione all’altro manca. E questo sta alla base del bullismo, che si aggrava maggiormente quando è Cyberbullismo: l’offesa on line viene moltiplicata, nasce l’ossessione di sentire ogni comunicazione on-line, il timore di aprire i messaggi… la vita delle vittime ne viene condizionata, non solo nel contesto in cui è nato il bullismo, ma in tutti i suoi contesti di vita.

Consigli  in pillole!
Se date uno strumento prima dovete conoscerlo bene: telefono, una console di videogiochi, un tablet, ecc. Cercate di capirne possibili funzioni utili e pericoli intrinseci. Senza scoraggiarsi per il fatto che i giovani sono più bravi di noi.  I ragazzi sono “nativi digitali”, non hanno differenze genetiche, ma sono iperstimolati. Noi magari ci mettiamo un po’ di più ma sappiamo quali pericoli evitare.

Gli adolescenti sono multitasking: leggono un libro, col computer acceso, il telefono in mano e le cuffie nelle orecchie. E’ vero che loro sono facilitati nel passaggio da uno strumento all’altro, ma è anche vero che riescono a fare tutto insieme? Forse l’errore è di noi adulti che non abbiamo dato loro un limite, che non abbiamo spiegato, e mostrato, che le cose fatte una alla volta vengono meglio. Aiutare i ragazzi a fare una cosa alla volta e a concentrarsi su una cosa alla volta è importante. Se questo non avviene perdono la capacità di concentrarsi. I ragazzi di oggi tendono ad essere più irrequieti, hanno difficoltà a stare fermi, sono meno concentrati. Essere continuamente stimolati aumenta l’adrenalina nel corpo e aumenta questa irrequietezza.

Facebook: si può avere a partire dai 13 anni. E’ importante seguire i figli nella creazione del proprio profilo. Servono delle regole, sul tipo di foto e informazioni da dare, sul fatto di dare l’amicizia solo a chi si conosce. Tutti i ragazzi tendono ad avere moltissimi amici.  Molti di più di quelle che effettivamente conoscono.  Questo porta ad accettare amicizie anche da sconosciuti, mettendoli in situazioni pericolose.

Pubblicare foto dei figli in internet può essere problematico perché fa passare il messaggio: “io posso pubblicare foto di altri senza chiedere. Mamma e papà non lo hanno chiesto a me” . Tutte le cose che noi facciamo assumono un significato. Noi adulti dobbiamo seguire le regole, oltre che darle.

Importante che i genitori si informino, leggano le conversazioni dei figli, assieme a loro naturalmente (Mai di nascosto), ne parlino… i genitori hanno il diritto e anche il dovere di guardare i messaggi dei figli, visto che se gli si dà uno strumento, gli si deve dare il modo di imparare, e come in tutti i campi questo implica controllo. Questo non vuol dire non avere fiducia in loro, ma aiutarli ad entrare in un mondo nuovo. Questo uso condiviso può anche creare maggior attenzione allo strumento stesso da parte dei giovani.

Età giusta per dare il telefono? Non c’è una regola. E’ importante concordare tra genitori concordare una tempistica ed delle regole comuni. E’ importante capire perché volete dare il cellulare, e comprendere se è legato alla vostra ansia.  Es. se lo do per andare in gita, lo devo motivare. Non deve passare il messaggio di svalutazione per le maestre, o l’idea che le gite sono pericolose… se dobbiamo solo ridurre la nostra ansia scegliamo uno strumento adeguato: es. alle medie non possiamo pensare di dare un apparecchio che abbia una funzione continua, quindi scegliere un cellulare senza internet.

I ragazzi chiedono lo smartphone molto presto, attenzione: bisogna patteggiare. La scusa  “lo hanno tutti” non è proprio vera. Sappiate dire no, sentite gli altri genitori.

Telefoni spenti la notte, tutti in una stanza. Non lasciate certi strumenti incondizionatamente nelle mani dei giovani.


Videogiochi: attenti all’età consigliata, non farli utilizzare per tempi lunghi perché si aumenta l’adrenalina (aggressività e, a lungo andare, rischio di Ictus), non farli utilizzare tutti i giorni.