mercoledì 4 marzo 2015

Riassunto Serata sulle Emozioni

Brrr che paura! Le insicurezze dei bambini, le ansie dei genitori

Mercoledì 25 gennaio si è svolta a Cagnò un’interessante serata, introduttiva al tema delle emozioni, con come tema centrale quello della paura. La psicoterapeuta, Giuliana Franchini, con trentennale esperienza a fianco di bambini e genitori, ha affrontato con maestria il tema delle insicurezze partendo dalla visione di alcuni spezzoni di film (es. Mi chiamo Sam), di alcune filastrocche (“Nella notte scura scura, i bambini han paura, han paura dei rumori, e i fantasmi saltan fuori…”) e dipinti (“L’urlo” di Munch), ma soprattutto attraverso testi e disegni dei bambini che ha incontrato nel suo lavoro. Ha introdotto il tema della paura, da intendersi come un’emozione, un meccanismo di autoprotezione, una reazione fisiologica ma anche una risposta patologica.
E’ normale che i bambini siano insicuri, fa parte della crescita, dell’affrontare le cose nuove… La paura è una reazione psicofisica in presenza di un oggetto come risposta d’allarme, e per questo è funzionale, “sana”.
Diventa problematica quando diventa Terrore (reazione esagerata ad una inequivocabile minaccia), Ansia (reazione generalizzata di paura anche senza la presenza dell’oggetto che fa paura) e Fobia (reazione che riguarda soprattutto gli adulti irrazionale,  paradossale, e persistente di paura con oggetti o situazioni anche non oggettivamente pericolose).
La dottoressa Franchini ha poi proposto una carrellata delle possibili paure:
  • Le  paure innate, che si manifestano nei primi mesi di vita e sono una reazione a suoni acuti e improvvisi; lampi, luci violente; oggetti che si avvicinano rapidamente; cambiamenti improvvisi e inaspettati; perdita dell’ appoggio; stimoli dolorosi.
  •  Le paure evolutive, che si sviluppano a 20-30 mesi e a 6-7 anni, soprattutto nei confronti di bambini estranei, temuti in quanto imprevedibili (mordono, spingono, non rispondono, sottraggono i giocattoli) 
  • Le  paure reali, collegate ad eventi concreti ad esempio le esperienze nuove: situazioni esterne al bambino, gli eventi naturali (temporali, tuoni, vento tipiche tra i 4 e i7 anni); gli animali (molto presenti tra i 2 e i 4 anni ma anche tra i 9 e gli 11 anni), gli ambienti particolari (es. Ospedali e dottori)
  • Le paure irreali (immagini interne scatenate dai nostri pensieri) es. Fantasmi, streghe, draghi e mostri.
  • Le paure antiche (Buio, Malattia, sangue, Integrità corpo, Morte, Non essere amati, Distacco- separazione, Perdita)
  • Le nuove paure (Guerra, bombe, Perdita casa, Povertà, Incidenti stradali, Extracomunitari, zingari, Uomini che rapiscono, pedofili, Incapacità, fallimento, derisione, Scuola)

Le nuove paure sono state studiate anche da una ricerca romana su 1500 alunni di scuola elementare hanno sottolineato come siano preponderanti le paure per:
  1. Notte
  2. Tv
  3. Scuola
  4. Essere abbandonati per separazione genitori, soprattutto perché si sentono responsabili della separazione, i più piccoli si sentono sempre in colpa
  5. Non essere altezza aspettative dei genitori, essere consapevoli di non essere i figli che i genitori volevano
  6. Non essere belli.

Le paure sono un’esperienza, normale, “sana” e non preoccupante quando sono passeggere, mutevoli e gestibili.
Bisogna invece preoccuparsi quando:
  1. -          Sono paure che terrorizzano: Il bambino si agita anche solo all'idea di dover affrontare la situazione a rischio. Dà la sensazione di sentirsi come annientato dal pericolo.
  2. -          Sono paure arrivate a seguito di traumi: Si manifestano sempre e solo in una situazione specifica che il bambino associa a un'esperienza negativa (ad esempio un luogo chiuso dopo essere rimasto bloccato in ascensore). Se dopo un trauma, una morte, un problema emerge una paura, l’evento non è stato metabolizzato;
  3. -          Sono invadenti: Condizionano la vita del bambino e quella dei genitori, impedendo alcune attività fondamentali.
  4. -          Sono permanenti: Queste paure non si modificano nel tempo ma rimangono intatte nonostante lo sviluppo del bambino.

Alcune possibili manifestazioni della paura sono atteggiamenti  regressivi, enuresi  e disturbi sonno, passività, alterazione dell’umore, problemi di concentrazione, risposte comportamentali (aggressività o violenza immotivate), disturbi psicosomatici.
Che fare nel caso di paura?
         E’ importante sempre dire ai figli che sono la cosa che più desideravamo “ti volevo proprio così”;
         Dare voce alla paura, trovare modo di parlarne;
         Accettare: dare ascolto, pazienza, tempo;
         Trasmettere sicurezza: “io ci sono”
         Rispettare “capisco
         Sostenere: dare fiducia, rassicurazione, aiutare a ridimensionare la paura;
         Empatia: ricordare le nostre paure: di che cosa abbiamo paura? Come la viviamo? Com’è la nostra intelligenza emotiva?
I genitori possono e devono essere centrali nella educazione emotiva dei propri figli:
         Ascoltarsi:  come mi sento?
         Riconoscere: dare un nome a ciò che si prova
         Accogliere: non negare i propri stati d’animo
         Gestire: contenere le proprie paure
         Scoprire:  cercare gli antidoti (qualcosa che aiuti, che ci accompagni, che ci sostenga ad affrontare la difficoltà, che crei un ponte tra voi e lui)
         Comprendere:  trovare motivazioni, il perché esiste il problema
         Individuare: mettere a fuoco obiettivi e finalità di crescita.
Per superare le paure il bambino ha bisogno di:
  1. -          Tanto amore…ma non troppo (non mettiamolo sotto una campana di vetro)
  2. -          La sicurezza dei confini: qualche no serve;
  3. -          Poter esprimere le loro emozioni e imparare gestirle
  4. -          Coltivare la fantasia
  5. -          “Concimare” l’umorismo, è una risorsa importante ed innata nei bambini;
  6. -          “Fare con” i genitori
  7. -          Rilassarsi

Che fare?
         Siamo "lì" nel momento in cui la paura si manifesta. Una presenza calma e affettuosa ha un immediato effetto tranquillizzante.
         Mostriamo serenità ed evitiamo i due opposti: non mostriamoci sempre ansiosi né sempre spavaldi, perché i piccoli potrebbero sentirsi soli e inadeguati o al contrario emularci e diventare "spacconi" anche a dispetto dei propri limiti ed emozioni.
         Evitiamo i confronti: ogni bambino ha i suoi tempi, che vanno rispettati..
         Non diciamo mai: "Affronta la paura, devi essere forte".
         Spingere un bambino a viso aperto contro una paura è sbagliato, perché può trasformare la paura in terrore.
Alcune strategie utili possono essere:
         Ascolto attivo (attento e partecipato)
         Rituali (es. per favorire il sonno)
         Raggio di luce
         Figure protettive (Angeli custodi, Orsetto sorvegliante)
         Attività ludiche (Giochi, disegno, plastilina)
         Rilassamento (musica, canzoni, dondolii)
         Narrazioni (fiabe, filastrocche, racconti)
La fiaba ha un valore enorme perché contiene il linguaggio dei bambini. E’ difficile dare direttamente dei consigli razionali al bambino, è molto meglio “raccontarlo” attraverso una fiaba, che contiene in sé il racconto del problema ma anche le possibili soluzioni. Infatti:
         Contiene immagini simboliche
         Colpisce la fantasia, attrae e cattura l’attenzione
    Parla di eventi ordinari e quotidiani pur descrivendoli come irreali, aiutando i bambini a identificarsi con i personaggi;
    Non ha tempo ne spazio “c’era una volta…” ma ha un lieto fine (promuove l’idea del superamento che alimenta la fiducia di sé).

“Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono; le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere” (O.Chesterton)