mercoledì 4 maggio 2016

riassunto serata Magnoni - Autonomia ed adolescenza

Grazie  all’esperienza della relatrice con i ragazzi nelle scuole, alla lettura di lettere di genitori che descrivono la loro situazione di genitori di adolescenti e di eventi particolari, alle domande stimolo per i genitori, la serata della dott.ssa Magnoni, partecipata da mamme, papà e qualche nonno, ha visto un’attiva partecipazione di tutti.
La serata è iniziata con una domanda “I ragazzi che incontriamo vogliono spaccare il mondo?” La relatrice ha molto riflettuto su questo titolo e ha richiesto alla platea di discuterne e confrontarsi. La sua visione dell’adolescenza si avvicina più all’esperienza del gambero. Il gambero quando cambia guscio rimane per un po’ di tempo scoperto, fragile, senza protezioni. Così è l’adolescente che si ritrova tra un prima e un dopo, privato di ciò che lo aiutava da piccolo e non ancora fornito di tutti gli strumenti utili per affrontare la vita adulta. Sono soggetti sottoposti a tanti cambiamenti che li mettono alla prova.
Spesso i genitori si trovano a non riconoscere più il proprio figlio. Dai cambiamenti fisici, al comportamento, al modo di vivere in famiglia, al modo di pensare…  ci si trova di fronte a un individuo:
-  maggiormente in grado (e forse desideroso) di dire dei “no!”. “No” che vengono detti per affermarsi, per distanziarsi, per differenziarsi da noi adulti.
- in una fase di ricerca di verifica: gli adolescenti ci mettono alla prova.
- alla ricerca di una loro verità: intenti ad andare alla ricerca di una identità individuale che sia diversa dagli altri, che sia diversa dai grandi. Si vuole capire quello che si è.  Talvolta questa ricerca trova una strada polemica.
- con rapporti con gli adulti altalenanti: talvolta i genitori vengono messi da parte, altre volte viene richiesta attenzione e aiuto.
- con desideri forti e irruenti (di spazio, di autonomia)
- su un altalena tra vecchio e nuovo: un altalena verso il mondo nuovo e di ritorno a quello che si era, con vere e proprie regressioni.
Tutto questo percorso è un lavoro mentale, che anche loro stessi non sanno spiegare.
Questi cambiamenti, e vissuti, nonostante la variabilità individuale, sono comuni a tutti i ragazzi, proprio perché sono aspetti necessari per la crescita.
Alcuni genitori potrebbero dire che non si riconoscono in una tale descrizione, che i propri figli sono calmi, tranquilli. Talvolta questa è una calma apparente, un modo di nascondere il nostro disagio “compiacendo” gli altri, perché temiamo che il litigio porti ad una rottura. I cambiamenti in adolescenza, più o meno irruenti e altalenanti, sono necessari.
E’ importante, per i genitori, anche nelle difficoltà:
- continuare a volergli bene per quello che sono;
- rispettare le loro idee: che non vuol dire accettarle, ma conoscerle e rispettarle perché per loro sono importanti. Non giudicare a priori, perché altrimenti si rompe la relazione;
- accettare i loro ideali: i ragazzi credono fortemente in alcune cose, si buttano nelle cose a capofitto, credono fortemente nei loro ideali. A volta noi non li condividiamo, o non capiamo il loro fervore. Ma è invece importante parlarne, e parlare molto di quello in cui crediamo noi. Molto spesso questa ricerca di ideali può essere uno spaccare il mondo in positivo.
E’ importante capire che ci sono moltissimi cambiamenti nel cervello: noi ci aspettiamo che i ragazzi ragionino come noi, ma questo non è vero, il loro è un cervello non ancora pienamente maturo, non in grado di reagire come quello di un adulto. Pensiamo al cervello come una  casa a tre piani:
1. Cervello primitivo (pianterreno), reagisce in modo automatico (fame, sete, sonno…)
2. Cervello emotivo (primo piano), sembra stabile e adattato nei bambini ma in adolescenza ha dei forti scossoni. Le emozioni si accavallano e si esprimono in modo forte. La parte emotiva si fa sentire tanto.
3. Cervello razionale (secondo piano), parte cognitiva, sita nei lobi frontali. Ci permette di riflettere, di progettare, di prevedere, di sviluppare una moralità: per gli adolescenti è ancora in fase di costruzione. Noi dobbiamo sostenere questo sviluppo.
I genitori devono continuare a fornire la loro visione del mondo, dare regole, spiegare la loro visione delle cose. Questo per “allenare” la parte razionale dei ragazzi, che come ogni allenamento ha bisogno di pazienza, tenacia e ripetizione da parte degli allenatori.
In adolescenza si sviluppano e si affinano la capacità di pensare su sé stessi, l’empatia, il pensiero critico (analitico), la cooperazione e la solidarietà: ma ognuno ha i suoi tempi.
C’è un forte bisogno di amicizia, che serve loro per costruire intimità che li aiuta a crescere. L’amico è uno specchio vivente che riflette la propria immagine e che permette di sviluppare alcune abilità importanti.
Cosa cambia in casa con un figlio adolescente?
- un uso della casa diverso, che molto spesso porta i genitori a dire “questa casa non è un albergo”;
- ci si sente messi da parte come genitori (anche se i genitori sono fondamentali), e questo può causare tristezza, fallimento e dolore nei genitori e reagire di conseguenza (di pancia). Se si vive questo come un processo normale, forse la reazione  sarà diversa e più adeguata.
- si deve rinegoziare il proprio ruolo, che deve rimanere educativo, ma deve necessariamente cambiare.
Il genitore deve rimanere mamma e papà, ma non la mamma e il papà del bambino. Deve modificarsi, degenitorializzarsi, cambiare, coerentemente con i propri valori, ma con attenzione ai nuovi bisogni del figlio.
Molto spesso i genitori vivono come una protesta o una prepotenza quello che è solo una ricerca di una propria autonomia, legittima, da parte dei ragazzi. Se un bambino di 7 anni strilla perché vuole uscire da solo o perché i genitori non gli permettono di vedere gli amici, è diverso dallo stesso comportamento messo in atto a 14. I genitori devono agire e reagire in modo diverso, riconoscendo quali sono i bisogni legittimi dei figli, affrontando le proprie paure, magari parlandone apertamente con i figli, ma non permettendo che queste intralcino il percorso di crescita dei ragazzi. Di fronte alle richieste dei ragazzi è molto importante il confronto con il proprio partner, che può avere visioni diverse, ma anche con altri genitori.
Cosa non aiuta nella relazione con gli adolescenti?
- Scontri frontali: la rabbia non permette di ascoltare, di ragionare, di comprendersi. Molto meglio parlare dei problemi e prendere decisioni quando si è più tranquilli. Meglio non prendere sul personale alcuni affronti ma posticipare a momenti di calma la discussione.
- Isolarsi: i sensi di colpa, il pensare di aver fallito come genitore o di non essere in grado di gestire la situazione ci porta a chiuderci in noi stessi, mentre è importanti ricordarci del partner che abbiamo di fianco con cui dobbiamo fare squadra e degli altri genitori che stanno passando momenti simili ai nostri. Confidarsi e confrontarsi con gli altri serve.
- Lasciare andare, permettere tutto: la libertà deve essere conquistata, i limiti ed i no ci devono essere. E’ importante negoziare e non permettere tutto. Dovere dire di no spesso costa perché non sopportiamo il dolore e la rabbia che ci troviamo davanti.
Dobbiamo capire che non abbiamo davanti un “non amore” del figlio, ma una ribellione che è un po’ un distanziarsi, un cercare la propria strada. E in questo devono essere assecondati, è normale. Le minigonne di ieri sono i piercing e i tatuaggi di oggi… queste richieste sono spesso un messaggio per demarcare il territorio, un chiarimento di non voler essere come il genitore. Far emergere questo bisogno limita le richieste esagerate.  Bisogna essere capaci di negoziare, ma nel contempo di chiarire i propri valori, le proprie idee. E’ importante non entrare in competizione, ma non mollare il proprio ruolo educativo.
E se, come genitori, ci riprendessimo un po’ la nostra vita? “Domenica prossima io e papà andiamo al lago. Visto che siete grandi ed autonomi, quei due giorni dovete arrangiarvi”. La loro maggiore libertà deve corrispondere alla nostra ritrovata libertà.
Più un figlio si sente sostenuto dai genitori, più segue l’esempio che i genitori hanno dato. Il sostegno dei genitori è fondamentale. Quando i genitori perdono la fiducia nei figli, in loro nasce un’immagine negativa che è difficile da sostenere.
Cosa aiuta i genitori di adolescenti?
- Essere d’esempio ai ragazzi, con i comportamenti più che con le parole.
- Stare affianco ai ragazzi, interessarsi a loro (scoprire cosa piace loro, cosa li appassiona).
- Parlare e raccontare le proprie motivazioni e le proprie scelte, i propri valori, dando importanza a quello che possono fare scegliere vie meno rischiose per sé e per gli altri. Parlare fin da piccoli di ogni cosa, anche di temi difficili…
- Stimolare il pensiero critico, l’analisi delle sfumature per contrastare il loro vedere tutto bianco o nero.
- Mettere dei limiti: prendiamoci noi adulti la responsabilità del limite, non lasciamo a loro il peso di dover demarcare cosa è giusto da cosa è sbagliato;
- Intervenire con prontezza agli errori dei figli, non ignorare o sottovalutare: “così fan tutti” non è una buona ragione per farlo.
- Essere pazienti.
- Differenziare l’azione fatta da quello che la persona è (hai fatto una cosa stupida, non sei stupido).
- Saper testimoniare l’orgoglio per loro, riconoscere cosa fanno bene.
- Lavorare in squadra, come genitori, anche se nella vita non siamo più insieme;
- Comunicare.
- Accettare il conflitto.
- Mettersi in discussione;
- ASCOLTARE senza giudicare.
o Tacere (due orecchie e una bocca: per parlare la metà ed ascoltare il doppio);
o Fermarsi e prestare attenzione, guardando l’altro;
o Esprimere riconoscimento: mmm, capisco
o Usare gli Apri-porte (“sembri triste…”) soprattutto quando non dicono nulla;
o Dare dei feedback.
La serata si è conclusa con molte domande e curiosità da parte dei genitori, desiderosi di avere qualche suggerimento pratico su come affrontare le piccole grandi guerriglie familiari!